
Il
Litorale Romano molti anni fa si presentava in modo molto diverso rispetto
all’aspetto odierno. Il delta del Tevere è il risultato di
un’evoluzione che ha avuto inizio alla fine dell’ultima glaciazione, quando
il mare era più basso di circa 120 metri, e il fiume sfociava a
circa 10 chilometri più a largo rispetto ad oggi. Nel corso dei
secoli il livello del mare è andato alzandosi fino a circa 5000
anni fa quando il fenomeno si è stabilizzato con la creazione di
una zona lagunare. In epoca romana nella foce lagunare, grazie all’evaporazione
dell’acqua salmastra, abbondano le saline sfruttate al massimo in quell’epoca
per il largo utilizzo del sale nella conservazione dei cibi. Nel Medioevo
invece abbiamo una fase di erosione nella quale cambia la linea di costa
nei pressi del delta del Tevere, a causa anche delle continue piene del
fiume. Nell’Ottocento il delta assume le caratteristiche attuali,
presentando una fascia sabbiosa sulla costa e all’interno una zona paludosa,
più bassa rispetto al livello del mare, invasa da piccoli e grandi
stagni. All’inizio del secolo si interviene sulle aree dell’entroterra
costiero con la bonifica dei terreni e la creazione di una rete di canali.
Negli anni ‘50 si incomincia a combattere il fenomeno erosivo causato
soprattutto dalla costruzione di sbarramenti e dal prelievo di sabbia ed
altri materiali nel bacino del Tevere nonchè dalla progressiva scomparsa
del tratto di vegetazione (la macchia mediterranea) che cresce sulla duna
costiera, ultima roccaforte di difesa della natura contro l’erosione.
La macchia
mediterranea che cresce sulla duna costiera è una formidabile
difesa naturale contro l’erosione marina, ma per capire questo fenomeno
è importante conoscere a fondo la formazione della duna costiera.
Le dune, in pratica, sono dei rilievi sabbiosi che si accumulano sulla
costa grazie all’azione dei venti. Normalmente si sviluppano parallelamente
alla costa con i sedimenti portati in mare dal Tevere che vengono poi distribuiti
dal mare stesso su tutta la costa. A questo punto entrano in gioco le correnti
marine che portano questi sedimenti verso la costa creando l’emergere di
questi strati di terreno nei quali successivamente si poggia la sabbia
portata dal vento. Con la sabbia la duna costiera si "stabilizza" e ciò
permette la nascita di una fitta vegetazione che blocca l’avanzamento del
fenomeno erosivo. La macchia mediterranea, man mano che ci si allontana
dalla riva, cresce in altezza (perché l’azione dei venti è
via via meno potente) e si sviluppa in veri e propri boschi e pinete.
Oggi delle dune ( presenti
in pochissimi tratti di costa italiana) ne rimane testimonianza solo nella
zona di Capocotta e Castel Porziano; la vegetazione è purtroppo
continuamente minacciata da diversi fattori quali l’inquinamento e l’azione
distruttiva dell’uomo stesso.
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L'azione del mare
nella formazione
delle dune costiere
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Le informazioni per la realizzazione di questa pagina
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Ultimo aggiornamento: 14/05/97
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