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Costruite nel 1970 a scopi venatori, vennero adibite, secondo un piano
di riconversione produttiva dell’Azienda Maccarese, a complesso di vasche
per la piscicoltura intensiva. Fallito il progetto furono successivamente
abbandonate e ciò ha permesso il ricrearsi di un singolare biotopo
di zona umida con caratteristiche eutrofiche, scarsità di ossigeno
nelle acque con conseguente produzione di biomassa algale tale da favorire
l’instaurarsi di complesse catene alimentari e quindi la presenza di numerosissime
specie animali: tra queste si segnalano numerose specie di uccelli sia
sedentari che migratori.
Agli inizi del ’70 furono scoperte dal punto di vista ornitologico da F. Petretti e da allora sono state oggetto di studio e pubblicazioni specializzate. Grazie alla provincia, nel 1979 la zona è stata preclusa alla caccia per una ampia superficie tutto intorno. Ciò ha consentito che il contingente degli uccelli svernanti aumentasse notevolmente. |
Nel 1982 quattro esemplari di Cavaliere d’Italia si fermarono per l’intero periodo riproduttivo e una coppia iniziò la nidificazione: la LIPU di Roma ottenne che il livello delle acque fosse mantenuto a profondità tale da consentire la conclusione del breve ciclo riproduttivo ma tale tentativo fallì forse perché il maschio non era ancora sessualmente maturo.
Dopo il fallimento della Maccarese e un confuso periodo gestionale nel 1986 vengono ricostituite alcune Società sempre del gruppo IRI e nasce la SOGEA che attualmente gestisce il territorio ove le vasche sono ubicate.
Il 13 Febbraio 1987, per iniziativa del consiliere Mastrantoni, viene presentata la proposta di legge 390 che propone di istituire una Riserva Naturale, ma la mozione viene a cadere per le note crisi governative.
Mentre il progetto del Parco del Litorale non decolla, nonostante il noto "Decreto Pavan", purtroppo (nell’estate dello stesso anno) viene bonificata definitivamente un’area vicina alle vasche attuali: zona di piccoli acquitrini, giuncheti e canneti testimonianza ancora evidente dell’antica palude e con essa altre due vecchie vasche (a circa un chilometro di distanza) in fase molto avanzata di interramento.
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Ultimo aggiornamento: 14/5/97
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12/5/1997: Roberto Trezza