RINASCE UNA PALUDE ALLA FOCE DEL TEVERE La prima ricostruzione ambientale di laguna mediterranea mai realizzata in Italia.
Nel 1975 fu il tragico scenario dell'assassinio di Pier Paolo Pasolini, poeta e regista trai più grandi del nostro cinema. E per decenni è stato il luogo delle baracche e delle discariche abusive di Ostia Lido, a una manciata di chilometri da Roma. Ma oggi questo triangolo di 20 ettari costieri alla foce del Tevere, grazie all'impegno di bravi protezionisti e lungimiranti imprenditori, è divenuto uno dei più riusciti esempi di restauro ambientale nel nostro Paese.
Parliamo del Centro Habitat Mediterraneo gestito dalla LIPU di Ostia, in parte compreso nella Riserva Naturale Statale del Litorale Romano (18.000 ettari circa di ambienti naturali, tra cui le dune di Capocotta, la pineta di Acque Rosse e il parco urbano di Castelfusano) una piccola oasi dove da due anni si stanno ricreando le dune e gli stagni costieri che le bonifiche del secolo avevano cancellato.
L'Oasi, 11 ettari della quale sono costituiti dal lago retrodunale ricostruito, si colloca in una posizione strategica per il transito e la sosta dei migratori, situata com'è tra il Mar Tirreno e il Tevere. Quest'anno sono state censite 170 specie di uccelli. Tale nuova realtà, aperta al pubblico da un anno, prevede il completamento del Centro Visite e di uno per il recupero delle anatre selvatiche, oltre a una serie di sentieri e di capanni attrezzati per le osservazioni naturalistiche.
Ma l'originalità di questa realizzazione non sta solo nelle tecniche di ricostruzione dell'ecosistema (ancora poco diffuse nei nostri ambienti costieri), ma soprattutto nell'efficace collaborazione che si è costituita tra l'impresa privata ATI ( intenzionata alla realizzazione del porto turistico ), che ha fornito i capitali, la LIPU che ha promosso il progetto e il X Municipio, l'ente comunale competente che ha controllato il buon svolgimento dell'iniziativa; si rispettassero così, le indicazioni di mitigazione ambientale nell'attuazione degli interventi (in particolare, limitando l'impatto sulle dinamiche erosive della costa) e si impegnasse a realizzare il Centro come opera di compensazione per il tratto di costa che il porto comunque consumava.
Oggi quasi completata la ricostruzione degli habitat, là dove si estendeva l'area degradata sono ricomparse le piante dell'antico stagno ostiense, ranuncolo d'acqua, e sono ritornati uccelli rari, come il Gabbiano còrso, simbolo del Centro.
LIPU CHM Ostia Litorale, Lunedì - 22 Novembre 2004 |