 200.000 FIRME: UN RISULTATO STRAORDINARIO contro la liberalizzazione della caccia e la modifica della legge 157/92 sono state consegnate a Palazzo Chigi, Roma, da una delegazione della LIPU-BirdLife Italia alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, a poche ore dalla discussione in Commissione Agricoltura della Camera delle proposte di modifica della stessa legge. La Presidenza del Consiglio ha mostrato grande attenzione per la vicenda, cogliendo l’estrema delicatezza della materia e la sensibilità che i cittadini mostrano verso la tutela degli animali selvatici.
La grande petizione della LIPU, la cui raccolta è iniziata a Marzo di quest’anno e si è conclusa nei giorni scorsi, punta l’indice contro il tentativo di smantellamento di una delle norme storiche per la difesa degli animali selvatici e della natura. Le proposte di legge prevedono tra le altre cose, l’aumento delle specie cacciabili (con l’inserimento addirittura di 10 specie escluse dagli allegati della Direttiva europea), il prolungamento della stagione venatoria (contro i parametri europei ed italiani), la depenalizzazione dei reati venatori. Tutto ciò, per l’appunto, in totale contrasto con la Direttiva Uccelli, i parametri della Commissione europea, i dati scientifici ufficiali e, come mostrato chiaramente dalla petizione, la volontà dell’opinione pubblica.
<<Siamo estremamente soddisfatti delle 200.000 firme raccolte, – commenta Giuliano Tallone, Presidente LIPU-BirdLife Italia – un numero di adesioni impressionante raccolte in pochissimi mesi e da una sola associazione. Questo dà il senso di quale impatto potrebbe avere sull’opinione pubblica l’eventuale, ma riteniamo ormai improbabile, approvazione di una simile legge. L’attenzione al problema mostrata questa mattina dalla Presidenza del Consiglio ci conferma che la strada politica scelta da alcuni parlamentari è quantomeno improvvida. Si accantonino le proposte di legge e si apra invece una seria discussione sull’applicazione corretta della 157>>.
<<Dopo la bocciatura da parte del Governo di un disegno di legge sulla stessa materia, – aggiunge Danilo Selvaggi, Responsabile Rapporti Istituzionali LIPU-BirdLife Italia – dopo le ferme prese di posizione della Presidenza del Consiglio contro gli attacchi strumentali all’INFS e dopo la bocciatura delle proposte di legge emersa dalla quasi totalità delle audizioni ufficiali svoltesi in Parlamento, oggi abbiamo avuto la netta sensazione che sono veramente in pochi a desiderare una caccia selvaggia e senza limiti. Senza contare le clamorose ed inevitabili bocciature che la Commissione europea ha inflitto ai tentativi italiani di modificare le regole del gioco. Ma le regole sono chiare: la caccia in Italia è già oltre la soglia di tolleranza. Il tentativo di modifica della legge non ha alcuna logica e alcuna ragione e come tale, con tutto il rispetto per la sovranità del Parlamento, andrebbe definitivamente messo da parte>>.
<<Proteggere gli animali selvatici - afferma Danilo Mainardi, Presidente Onorario LIPU-BirdLife Italia e primo firmatario dell’appello contro la liberalizzazione della caccia – è un dovere assoluto per uno Stato che si dice civile. L’importanza biologica dell’Italia rende questo dovere, se possibile, ancora più stringente. Al contrario, queste proposte di legge rischiano di cancellare in poco tempo e in modo forse irreversibile uno straordinario patrimonio naturalistico e persino culturale che appartiene alla collettività intera>>.
Ufficio Stampa LIPU, Mercoledì - 20 Ottobre 2004 |