DECRETO RETE NATURA 2000, LA LIPU: TOCCARLO SAREBBE ATTO GRAVISSIMO E IRRESPONSABILE.
"E' una notizia alla quale si stenta a credere. Ritornare sul decreto Rete Natura 2000, per rivederlo al ribasso, sarebbe un atto grave, privo di motivazioni valide e profondamente errato, che riaprirebbe un contenzioso che durava da anni". E' il commento a caldo della LIPU alla notizia battuta oggi dall'Agenzia DIRE circa uno schema di modifica al decreto Rete Natura 2000 che sarebbe stato predisposto dal Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo.
"Quel decreto - nota la LIPU - è giunto dopo almeno un decennio di attesa ed è passato per una trattativa tecnico-politica con le regioni durata molti mesi e conclusasi con ben due pareri favorevoli della Conferenza Stato-Regioni. Oggi il decreto può essere considerato il principale e in un certo senso unico strumento specifico di conservazione della biodiversità nei siti della rete comunitaria di aree protette e dunque la sola vera risposta normativa strutturale che l'Italia fornisce al Piano europeo per la conservazione della biodiversità. Non solo: il decreto è anche una valida, seppur parziale, risposta alla procedura di infrazione 2131/06. Inoltre, il decreto ha chiuso un contenzioso giuridico e amministrativo che durava da anni e ha anche permesso lo sblocco di finanziamenti comunitari per le regioni in tema di agricoltura, monitoraggio, azioni di tutela ambientale. Tanti meriti, insomma, impossibili da ignorare.
Lascia dunque interdetti la notizia che il Ministro Prestigiacomo voglia intervenire, e al ribasso, sul provvedimento. E lascia ancor più interdetti il fatto che, come appare evidente, ciò accadrebbe su pressione di una parte del mondo venatorio, considerando il fatto che il decreto contiene un numero davvero esiguo ed anzi insufficiente di misure di protezione riferite all'attività venatoria.
La revisione del decreto, peraltro, costringerebbe tutte quelle regioni che hanno già recepito il provvedimento, adeguato gli strumenti normativi, a ripartire da capo, creandosi così un vero caos amministrativo e giuridico.
Sorprendente è infine il merito delle annunciate modifiche: tra queste, si posticiperebbe di un anno l'entrata in vigore della norma che vieta l'utilizzo dei pallini di piombo nelle zone umide (la cosiddetta Convenzione AEWA) con la motivazione che non ci sarebbe tempo a sufficienza, per i cacciatori, di dotarsi dei nuovi munizionamenti e delle armi adeguate ad utilizzarli. Il che è francamente risibile perché il decreto Rete Natura 2000 è stato emanato il 17 ottobre 2007, cioè ben un anno fa, e dunque di tempo a disposizione ce n'è stato, e molto. Di più: la norma sul piombo è già prevista da una legge nazionale, la 66 del febbraio 2006 del Ministro Frattini e quindi già da due anni e mezzo. Come dire: di tempo per attrezzarsi c'è n'è stato anche troppo.
Alla luce di tutto ciò l'impugnazione dell'eventuale modifica al decreto apparirebbe dunque un atto inevitabile, e con enorme probabilità di successo. Ma la speranza e l'augurio è che invece tale emanazione non avvenga, il contenzioso non si riapra ed il buon senso possa infine prevalere.
Per questo ci appelliamo alla sensibilità del Ministro dell'Ambiente: valuti i tanti meriti del decreto Rete natura 2000 e ritiri la bozza di modifica".
LIPU CHM Ostia Litorale, Venerdì - 19 Settembre 2008 |