SPECIE RARE: TARABUSO SALVATO, PRESTO LIBERO AL CENTRO HABITAT MEDITERRANEO
Un esemplare di Tarabuso, un raro airone ormai ridotto a sole 50 coppie in Italia, è stato recuperato nei giorni scorsi da alcuni volontari della LIPU in provincia di Avellino, dove è stato trovato gravemente ferito a un’ala. Lo rende noto oggi la LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) nell’ambito della campagna “Salviamogli le penne, salviamoci le penne” volta a salvare dall’estinzione cinque specie di uccelli, tra cui il Tarabuso.
Il Tarabuso, recuperato nei giorni scorsi dai volontari LIPU di Benevento, è da questa mattina in cura presso il Centro Recupero Fauna Selvatica LIPU a Roma, dopo una breve permanenza presso il Centro recupero LIPU di Casacalenda (CB).
A causa di una grave fattura all’ala, l’animale è stato giudicato irrecuperabile al volo ma sarà comunque al più presto liberato nel Centro Habitat Mediterraneo, federato LIPU, di Ostia, un’area umida ricreata presso le foci del Tevere che vanta la presenza di ben 180 specie di uccelli. Nella zona è infatti presente un’area recintata con un canneto (l’habitat prediletto dalla specie) dove l’esemplare potrà comunque vivere tranquillo pur senza poter volare.
“Il recupero anche di un solo esemplare di Tarabuso, specie ormai ridotta a poche decine di coppie è fondamentale – dichiara Elena D’Andrea, Direttore Generale LIPU – Insieme al Tarabuso, la nostra campagna vuole salvare dall’estinzione anche altre quattro specie: dalla Pernice bianca, minacciata dai cambiamenti climatici, al Capovaccaio, ridotto a sole sette coppie; dalla Gallina prataiola, tipica degli ambienti agricoli e che sopravvive solo in Sardegna, alla Berta maggiore".
Fino a domenica c’è la possibilità di contribuire alla loro salvezza inviando un sms al costo di un euro al numero 48588 da telefonino e di due euro da rete fissa Telecom Italia”.
Nel nostro Paese sono ancora presenti tra le 50 e le 70 coppie di Tarabuso, in maggior numero al Nord e al Centro e in misura minore al Sud. I siti più importanti sono le risaie del Piemonte, poi Colfiorito (in Umbria) e infine il Lago di Massaciuccoli (dove la LIPU gestisce un’Oasi all’interno della Riserva del Chiarone), dove la popolazione è aumentata fino al 1998 per poi diminuire bruscamente del 70% nel biennio 1999-2000. Il suo habitat ideale è la palude con abbondante acqua stagnante poco profonda. “Il Tarabuso ha un piumaggio screziato che gli permette di mimetizzarsi tra i canneti – aggiunge Marco Gustin, responsabile Specie e Ricerca LIPU – Quando si sente minacciato assume una tipica posizione del collo e del becco tesi verso l’alto che lo rendono simile a una canna”.
Il Tarabuso è una specie migratrice le cui popolazioni svernanti e osservabili in Italia nidificano nell’Europa centro-settentrionale (Germania, Polonia) e nell’area baltica (Svezia, Finlandia, Lettonia). I siti di svernamento del Tarabuso nel nostro Paese sono dieci, i più importanti dei quali sono i laghi di Mantova, il Biviere di Lentini (SR), in Sicilia, e nella maremma grossetana.
LIPU CHM Ostia Litorale, Sabato - 05 Dicembre 2009 |