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Conservazione dal mondo LIPU
La Berta maggiore, la sirena del mediterraneo


Vola per ore senza sosta, libera sull'acqua. Può rimanere in mare per settimane, persino per mesi senza mai toccare terra. È stato il suo caratteristico richiamo ad ispirare l'antico mito delle sirene. La berta maggiore è uno degli uccelli più straordinari di tutto il Mediterraneo e il suo volo ha bisogno di essere protetto.

Durante il periodo di nidificazione la berta maggiore (Calonectris diomedea) spicca il volo ogni mattina per andare alla ricerca di cibo e nel suo viaggio instancabile può percorrere centinaia di chilometri di distanza, toccando i 50 km orari di velocità. Per tutta la stagione calda la berta vive sulle più belle scogliere del Mediterraneo mentre in inverno vola sul mare senza quasi mai toccare terra, fino alla primavera successiva in cui tornerà a fare un nuovo nido, ricominciando il prezioso ciclo della vita.

Le berte di Linosa

A Linosa gli uomini hanno da sempre convissuto con la berta maggiore, costruendo un rapporto speciale. In questa splendida isola della Sicilia, a nord di Lampedusa, i marinai si sono nutriti delle uova delle berte per sopravvivere e nutrivano per questo animale una cura speciale. Oggi però l'uomo non è più il “guardiano delle berte”, anzi ha modificato il paesaggio e l'ecosistema in cui la berta viveva, non solo a Linosa, ma in tutto il Mediterraneo.

Proteggere il volo della Berta

Le minacce che mettono a rischio la berta maggiore sono tante. I nidi delle berte nelle colonie sono disturbati dalla presenza dell'uomo, i piccoli inoltre sono vittime dei ratti, introdotti nelle isole dalle navi mercantili. In mare il pericolo principale sono gli ami dei palamiti (attrezzi utilizzati nella pesca) e l'inquinamento dell'acqua. Ultimo pericolo (ma non per questo meno rilevante) è la scomparsa di zone pescose soprattutto vicino alle colonie, e quindi la difficoltà procurarsi cibo per i nutrire i piccoli. Una delle minacce principali alla sopravvivenza della berta maggiore è l'assenza di zone pescose vicino al suo nido. Come abbiamo detto le berte fanno lunghi viaggi per nutrirsi, dall'isola di Linosa possono arrivare in Tunisia, tutto in un solo giorno. Ma non appena le uova si schiudono tutto cambia. Il pulcino della berta deve essere nutrito con frequenza e di conseguenza i viaggi dei genitori sono molto più brevi e al massimo di pochi giorni. Nei primi giorni che seguono la schiusa un adulto rimane con il piccolo per qualche giorno, poi entrambi i genitori lo lasceranno solo per tornare tutte le notti a portargli il cibo. In questa fase, la presenza di aree pescose vicine alle colonie è essenziale, se queste venissero a mancare i genitori non riuscirebbero a tornare con la frequenza necessaria allo sviluppo del loro piccolo. Per proteggere le berte quindi è assolutamente necessario prima di tutto capire dove le berte si procurano il cibo e fare in modo che queste aree vengano protette.

Un mare sicuro per la Berta maggiore


Gli studi condotti sull’isola di Linosa, sono stati effettuati anche in altre tre importanti colonie situate nell’Arcipelago delle Tremiti, nell’Arcipelago Toscano e nell’Arcipelago de La Maddalena. Queste ricerche hanno dato ottimi risultati e hanno permesso di identificare con buona precisione le aree marine maggiormente utilizzate dalla berta maggiore, e quindi le aree che maggiormente necessitano di un’adeguata gestione per tutelare gli uccelli marini. Queste aree diventeranno IBA (Important Bird Areas) e in futuro potrebbero entrare a far parte della rete Natura 2000 come Zone di Protezione Speciale.

Biodiversità

 

Una parola suggestiva per definire la diversità della natura e la sua ricchezza.

La biodiversità è la varietà di esseri viventi che popolano la Terra.

Ma la biodiversità è una ricchezza in pericolo,

che richiede attenzione e tutela.